Intervento integrato di recupero edilizio e restauro conservativo della cinquecentesca Loggia del Sansovino di Ceneda e di riallestimento del museo storico dedicato alla Grande Guerra e alla “Battaglia finale” di Vittorio Veneto. Un nuovo allestimento integrato per raccontare la Storia non più a partire dai « grandi gesti » ma piuttosto dall’assurda normalità della guerra; per andare oltre la retorica della storiografia ufficiale attraverso una molteplicità di micro-storie, intime e personali, capaci di dare voce, volto, dignità, identità, di descrivere sogni e speranze, delusioni, paure ed emozioni dei singoli protagonisti – tutti ugualmente eroici – fino a ricomporre assieme il racconto corale di una tragedia immensa ed immane
La prima sezione espositiva, dedicata a “la vita nelle trincee”, è un percorso di scoperta progressiva che porta il visitatore all’interno stesso di una trincea, opportunamente stilizzata, per fargli scoprire in prima persona – dal punto di vista simbolico, fisico e sensoriale – una serie di temi e di argomenti. A partire da quelli più specificamente militari (Come attaccavano ? Come si difendevano ?), passando per temi legati alla logistica (Come si spostavano ? Come mangiavano ?) e per temi più intimi, legati alla sfera privata e domestica dei soldati (Come trascorrevano il tempo ?) fino ad arrivare alla “trincea esperienziale” che proietta il visitatore in un contesto totalmente immersivo e multisensoriale di suoni, vibrazioni, luci, odori e immagini in movimento per lasciare infine spazio allo stupore, al silenzio e all’immobilità della morte. Un percorso espositivo totalmente incassato tra le forme di una “trincea” che non offre alcuna fuga prospettica verso l’orizzonte, dove il cielo sembra fatto dello stesso fango di cui sono fatte le pareti; dove il piano di calpestio impone modalità di camminamento e movimenti diversi in funzione dei diversi rivestimenti utilizzati, di volta in volta rigidi, morbidi, elastici, soffici, perfino scivolosi, …; dove le pareti richiamano alla memoria e restituiscono i reperti, inseriti all’interno di piccole nicchie vetrate profondamente incassate nella struttura, …; dove le armi, gli attrezzi, i capi di abbigliamento, le lettere e le varie suppellettili sono selezionati non più in base alla loro quantità, per reagire ad una sorta di horror vacui con un eccesso di verbosità, bensì per la loro capacità di raccontare e di evocare, di diventare delle icone, simboli esemplari ed esemplificativi delle vite, delle attese, delle speranze e dei sentimenti degli uomini che li hanno utilizzati; dove le pareti verticali impediscono qualsiasi visione e visibilità sul mondo esterno: un mondo che appare completamente cancellato, tagliato fuori, un mondo che non ha più né voce né luce né suono se non nel bagliore, nel rumore lontano dei bombardamenti e delle raffiche di mitragliatrice, …; dove la narrazione vuole raccontare gesti di eroica normalità, piccole storie di ordinaria follia, di guerre quotidiane, di fame e di paura, tracciate in prima persona da quegli stessi protagonisti che le hanno vissute o – per meglio dire – subite.
RTP – Progettazione architettonica edilizia: arch. Lorenzo Greppi (capogruppo, direzione artistica dei lavori) e arch. Alberto Zanon; progettazione strutture: arch. Roberto De Luca; progettazione impianti elettrici e speciali: ing. Patrizio Ghirardo; progettazione impianti meccanici: ing. Ugo Dal Bo'; giovane professionista: ing. Francesco Zanon; consulente per i restauri pittorici: dott.ssa Alma Ortolan; consulente storico: prof. Gustavo Corni
progettazione delle opere di scenografia multimediale integrata (opere di allestimento, illuminotecnica, sistemi multimediale e interattivi, grafica, microallestimento, etc.): arch. Lorenzo Greppi